Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Ballata da Monte a Monte*
(Epopea in lingua madre e in dialetto di Supino e di Segni)1
a Fernanda Spigone
Forse per la mia gente
fu la stessa zéllacote 2
ma ricordo bambino
rincorrere un verde bottone
volante l’ufo del 2000 brillante
l’extraterrestre della fantainfanzia
che pareva lontano anni luce
a venire
cedonia dorata
Alla pözzella andó ieva puro
Fetornina3 có lla canestra
ï lla bagnarola ï ci metteva déndro
andó gli panni zuzzi andó kigli puliti
a gl’aringo pölla via dólla Colonia
andó ci stéva l’osteria dö Palombo
n’acchiappèmo tante ï l’attachèmo
a gliö filo accómmo facivi tu
ï zimméva zimméva ca faceva zzzzzzz
Ecco accommo só ghiaméva…
la Zimmatora ï la pörtèmo có gliú spago
ó ché ‘ssà si zimméva 4 póraccia
dö dóloro ca faceva zzzzzzzzzz
la zéllacote teia 5
dorato maggiolino ignaro
dolce e ramato
A lla macchia ï preti ‘ncontrèmo 6
la firufuzzella…. « firufuzzella
firufuzzella fa la gazzetta a la uttra bella 7 »
(Filomaria conficcata sul retto
da stelo d’acacia) risuonando spietato
ritornello: « firufuzzella firufuzzella
fa la gazzetta a lla uttra bella »
Cantano le pietre sparse e sbriciolate
stirpe di tesoro e di memoria
l’umore pio dell’aria e del cuore
tra l’isole del cielo ed il sole
«a monto va sirino ï jà balle piova
Ï jà llà möntagna ci sta ffa lla neva »
canteva Fetornina alla pözzella
Fioré de kanna
ki vo la figlia la kiede a lla mamma
lla figlia dö lla cömmara Veneranda
sö ghiaméva ï apprésso gli amandi
ci facénno la ronda 8
Forse per la tua gente
echeggiavano tratti dei Lepini
medesimi e germani della mia razza
che fu dei pascoli e delle cese
degli ovili sul pianoro dei campi
a balle 9 a lla pianura
un po’ amica dell’aquila laviniota
ma un po’ nemica
intrigante contro il vincastro
e lo scudiscio volsca e un po’ etrusca
materna e femmina prospera
(nui simo dö Supino ï simo belle
la guera la facimo senza l’arme
simo più forti nui che lö colonne
lö supinese só roscette ï belle) 10
maschia e virulenta dei suoi figli
(ah veda gli giovanotti ka ci stanno
so fiori fatti co glïù penneglio
só fatti a Supino du sango fino
cu gl’animo forte
ï d’aspetto beglio)11
Senti poi il vento ti rapisce
nel suo tornare alto
come onda
(Lö rano a lla möntagna ci sta ffa l’onna
ï àttorno ci a ss’aggira la rondinella)12
zéllacote
filomaria firufuzzella
disegna nel cielo
rondinella
danze sopra i monti
Dante Cerilli
Supino, agosto 2004
*Citazione Bibliografica: Dante Cerilli, Ballata da monte a monte. A Fernanda Spigone, sta in “Rivista italiana di letteratura dialettale”, 2013, I (Terza Serie), gennaio-marzo, Palermo, pp. 25-26.
1 Supino, comune in provincia di Frosinone, e Segni, in provincia di Roma, sono, l’uno disteso alle pendici della Catena nord-orientale appenninica dei Monti Lepini, l’altro su un’altura della stessa catena più verso Nord che si affaccia comunque sulla Valle del Sacco, in linea d’aria e sopra monti distanti pochi chilometri. N.B.: le parti dialettali sono musicate dallo stesso autore del testo su melodie e ritmi folcloristico-paesani. ma qui non riprodotti.
2 Zellacote: “cedonia dorata”, comunemente il “Maggiolino”.
3 Fetornina: vulgata dialettale di Fedorina, da Fedora (di derivazione russa; nell’accezione di “dono della fede”, oppure, se omologata a Teodora, o al suo inverso, Dorotea, significherebbe “dono di dio”. Trattasi, invero, di Firmina Boni, (e questa la dice lunga sulla “fantasia” e “inventiva” fonetica popolare), donna imponente e robusta, nata il 23 maggio 1920 e morta il 26 aprile del 1987, era casalinga, lavandaia e boscaiola, sposata con Antonio Cerilli (12-05-1918 / 14-08-2008), operaio in fabbrica a Colleferro, suonatore d’organetto, in pensione lavorava il suo Uliveto sulle pendici della “Torre”, le figlie: Giuseppa, America, Rita, Quinta e Tiziana Cerilli. Alcune nipoti, tra cui Angela Agostini, militarono nel Gruppo Folcloristico “Gli Nupùti dullu Cioce” (1980-1988) di Supino diretto dall’autore del presente testo poetico.
4 Gemeva.
5 Alla piccola pozza dove andava pure/ Fetornina con il canestro/ e la tinozza e ci metteva dentro/ qua i panni sporchi là quelli puliti/ all’Arengo per la via della Colonia/ dove stava l’osteria di Palombo/ ne catturavamo tante e le legavamo al filo come facevi tu/ e gemeva gemeva che faceva zzzzzzz/ la tua zellacote… Nota: qui e in seguito, per riprodurre i suoni della parlata dialettale mi sono servito dei simboli fonetici internazionali reperibili negli usuali dizionari di lingua italiana.
6 Al “Bosco dei Preti” incontravamo…
7 … Fa la calzetta alla bella bambina.
8 «Sui colli va sereno e a valle piove/ e su in montagna sta facendo la neve»/ cantava Fetornina alla piccola pozza/ Fiore di canna/ chi vuol la figlia la chiede alla mamma/ la figlia della comare Veneranda/ si chiamava e dietro gli amanti/ le facevano corte.
9 A valle.
10 Noi siamo di Supino e siamo belle/ la guerra facciamo senza armi/ siamo più forti noi che le colonne [schiere d’esercito]/ le supinesi son rossette e belle.
11 (Ah vedi i giovanotti che ci vivono/ son fiori fatti di pennello/ son fatti a Supino di sangue fino).
12 (Il grano alla montagna lì fa l’onda/ e attorno lì s’aggira la rondinella).