A grandezza naturale (2008-2018) di Raffaela Fazio

Recensione di Maria Lenti

 

Poesie di dieci anni. Poesia con declinazione di sé e di un ambiente privato, familiare, dei figli in una sezione, pur con i suoi riflessi, ça va sans dire, di e dal fuori: l’ultima uscita di Raffaela Fazio già dalla copertina rivela decennale la frequentazione per questi suoi versi.

Dopo aver indagato e cercato – il riferimento va ai penultimi libri – dentro le figure bibliche (Midbar, 2019) la radice per una chiarità nel presente, nell’accaduto più o meno lontano (Tropaion, 2019) il varco alto, in A grandezza naturale Fazio chiama, sul possibile gradino di una visuale di futuro («memoria, apertura, rilancio»: la stessa autrice in limine alla raccolta), il mondo visitato del suo vivere.

Non è facile dal particolare far emergere l’universale (il mare cioè che tutti comprende, avvolge, snatura, culla, sballottola, riscalda e ghiaccia, affoga e salva nello stesso istante, sparge di sale il corpo intero e lo leva, a volte, di dosso, affanna e consola), depurare l’andare feriale, astrarre il succo di una perdita, di una sconfitta, di una luce improvvisa, far tesoro della scoperta di un sentimento meno aleatorio del solito per una persona, l’amore ravvivante più che consolante.

Lo si può fare. Asciugando il vissuto (sostanza di sogno, desiderio, di concetto, relazione, inciampo, gratificazione, di un ricordo, del sonno solo in apparenza pacificatore, ecc.) dalla sua evidenza o evenienza, l’autrice rastrema il verso, lo libera da indizi della voce personale e del dato, diluisce le parole in più versi così da affidare, infine, i versi al pensiero.

I punti, che sembravano essere una narrazione esperienziale o sembravano preludere a una confessione intima di conquista o di scacco, culminano, invece, in assetto-aspetto esistenziale.

Per esempio:

  • la fuga versus la resistenza: «Niente fugge. / Io sono ancora qua / tra i tuoi fusi / azzurro fabulatore. / Riprendi pure il discorso di ieri. / Io sono ancora qua / nel mobile sipario / mite come un gregge tosato a metà.» (p. 91);
  • la temporaneità versus il suo contrario: «… // Dal vostro cocciuto impegno / ho capito quel giorno / che non tutto l’amore si insegna / e che forse quello giusto / ha il retrogusto forte / dell’eterno.» (“Teodicea a puntini. Per i miei figli”, 116);
  • la luminosità del proprio sentire: «Antico pudore del dire. / Ma so che sarai / il mio ultimo pensiero / senza fiato, senza peso / in cima alla salita. / Il filo di luce / sotto la porta chiusa.» (a mia mamma), p. 81; «Amore rimani. / Aiutami a sceglierti / anche domani.» (p. 126);
  • la constatazione necessaria: «Essenza dolce, disperante. / Un ricordo improvviso / si è sparso nell’impatto. / Rivivi ma fa male / che la boccetta rotta / non smetta di spaccarsi.» (p. 139).

 

Nella grandezza naturale   i versi si snodano in trasparenza emotiva e lampeggiano in essa, pertanto, la spinta a che naturalità e grandezza diano vigore all’esistenza e siano, inoltre, valore su cui fondare affermazioni e segno di non recriminazione sulla vita stessa. Come in “Il paradosso”: «Essere un niente, un soffio / eppure esserlo / a ogni costo. // Per lascito / un’accordatura che invoglia / alla prova. / Ad altri riesce meglio la nota, la vita // ma non c’è delega / in questo: / cadere, rialzarsi / scrollare il basto / e soprattutto amare / scordare il resto.» (p. 43).

Questa la vita? Alternanza di cadute e di riprese, di pesi e di leggerezze, di memoria e disincanto, calore di amori vicini perché creati da sé, dal proprio desiderio di vita: grandezza naturale della vita.

Dirla pianamente, come si evince dalle diverse sezioni del libro, con parole di un quotidiano ri-pensato nel suo farsi (Il senso e l’andatura), sottolinearla senza enfasi (Voci abitate), senza chiedere alla vita stessa pareri e controprove (Tra visione e forzatura), nella solitarietà (Cento modi per chiamare o nessuno), nell’amore madre-figlio/figlia (Prospettiva inversa), nella dislocazione del soggetto umano rispetto al suo dio (Altro da te). Così la vita, grandezza naturale, per Raffaela Fazio nel suo ultimo bel libro di poesie.

Raffaela Fazio, A grandezza naturale (2008-2018), prefazione di Daniele Barbieri, Osimo, Arcipelago Itaca 2020, pp. 172,  € 16.00

 

Maria Lenti